Come avere un mindset antifragile

12.06.2025

Nel contesto attuale dove fragilità, caos, insicurezza regnano sovrani, la teoria di Nassim Taleb trova sempre più fondamento.

L'antifragilità va oltre la resilienza. Ciò che è resistente resiste agli shock e rimane identico a sé stesso; l'antifragile migliora.

L'antifragilità è la quintessenza del cambiamento: tutto ciò che muta migliorando nel tempo è antifragile. Rischio, volatilità degli eventi, caos, disordine, imprevisti, cambiamento veloce e non voluto o non preventivato sono nutrimento per l'antifragilità.

L'antifragile non teme gli errori perché li analizza, li accoglie e cerca di trarre quanto di più utile possa esserci per il futuro. Ogni errore è quindi fonte di informazione.

Abbiamo un innato bisogno di controllare gli eventi, di prevedere cosa accadrà e di interpretare qualsiasi segno per non trovarci impreparati difronte al «combatti o fuggi» e risparmiare quindi energie.

Anche Taleb sostiene che rispondiamo alle informazioni in base a come si relazionano con il nostro sistema socioemozionale e solo successivamente la analizziamo in maniera logica.

Tendiamo a farci influenzare da quanto ci è successo in passato, dalle nostre credenze, valori, ambiente e dalle emozioni provate e che ancora proviamo.

Un esempio di influenza sui nostri pensieri: «Questa mattina il mio collega non mi ha salutato quando sono arrivato in ufficio». (Questo è un fatto) => «Sto antipatico al mio collega» (opinione) => «Tutti i miei colleghi mi trovano antipatico» (generalizzazione/schema mentale) => «è impossibile avere un buon rapporto con i colleghi» (credenza depotenziante)

Affrontare un mondo complesso come quello attuale, significa essere consapevoli del nostro bisogno innato di selezionare dei fatti, interpretarli secondo la nostra mappa mentale e dare loro un «senso».

Ricordiamo però che la «mappa» non è il territorio e per affrontare il caos che ci circonda abbiamo quindi bisogno di sviluppare un mindset antifragile andando oltre il bisogno di controllo e previsione e apprendendo dai propri errori (growth mindset).

Quali sono i 3 pilastri dell'antifragilità:

  • Se non si può cambiare la situazione in toto, comunque posso agire su qualcosa; fosse anche solo il modo di guardarla, percepirla;
  • Tutte le emozioni sono informazioni per cui non esistono eventi né emozioni positive o negative, ma piacevoli o spiacevoli: le emozioni non informano su cosa vedi, ma su come guardi.
  • Accoglie la sofferenza, non la nega e non la rifiuta; cerca di intervenire responsabilmente su ciò che l'ha creata.

Come crearci quindi un mindset antigragile? E' necessario:

  • Saper distinguere i «fatti» dalle «opinioni»
  • Saper prendere decisioni in condizioni di incertezza
  • Saper riconoscere i propri percorsi emozionali
  • Saper sfruttare il pensiero creativo
  • Saper ristrutturare gli eventi per apprendere dall'esperienza

Di seguito vi suggeriamo un semplice esercizio che può aiutarvi a "mappare" il vostro mindset:

FASE 1 – Analizzate la situazione attuale utilizzando il cervello cognitivo ovvero nel modo più razionale possibile. Cercare di capire se oggi c'è qualcosa che vi blocca, qualche paura legata al passato, eventuali dubbi, abitudini acquisite che non volete lasciare, preoccupazioni legate alla vita personale o professionale. E' importante capire quali sono le cose su cui avete possibilità di esercitare la vostra influenza e quali invece sono imposte da fattori esogeni, in modo da poter riprogrammare il vostro mindset e di conseguenza i vostri comportamenti.

FASE 2 - Analisi costi e benefici del cambiamento: quali opportunità potranno nascere? Quali sono i risvolti negativi della nuova situazione? Quali benefici intravedete nella nuova realtà? Su quali leve motivazionali posso contare?

FASE 3 - Qual è il vostro mindset attuale? Per renderlo più dinamico di quali conoscenze necessitate? Quali competenze dovreste implementare? Quali sono le vostre credenze in merito alla situazione attuale e al futuro? C'è qualche aspetto di voi che può uscirne potenziato da questo cambiamento?

FASE 4 - Da queste analisi cercate di individuare i fattori chiave del cambiamento, ovvero le leve positive che potranno potenziarvi. Ricordare che essere antifragili significa trarre forza dal cambiamento per crescere, potenziare sé stessi

FASE 5 - Sono fattori chiave negativi che possono frenare la propensione al cambiamento come, ad esempio, le aspettative dell'ambiente che ci circonda (aziende, clienti, colleghi, collaboratori…); vincoli strutturali, temporali; risorse e strumenti a disposizione

Suggerimenti per un buon action plan antifragile:

  • Spezzettate l'intero processo di cambiamento in tanti gradini di cambiamento più piccoli, stabilendo momenti di verifica concreti, oggettivi e misurabili.
  • Definite la strategia, elaborate un piano dettagliato e poi concentratevi su un gradino alla volta.
  • Definite delle microchallenge che risultino raggiungibili e gratificanti.

Certe cose traggono vantaggio dagli scossoni; prosperano e crescono quando sono esposte alla volatilità, al caso, al disordine e ai fattori di stress, e amano l’avventura, il rischio, l’incertezza. Eppure nonostante l’onnipresenza del fenomeno, non esiste una parola che descriva l’esatto opposto di fragile. Chiamiamolo allora “antifragile” (Nassim Taleb)